Madre de Dios, che confusione!
Il dialogo è faticoso da leggere fino allo sfinimento, perché si confonodono quasi ad ogni riga due piani completamente diversi. Il piano teologico pastorale della valutazione del peccato di omosessualità e il piano sociogiuridico (e pure medico, ma lasciamo perdere) della valutazione delle misure di legge che (alcuni) omosessuali richiedono.
Mi rendo bene conto che la confusione è nel messaggio di partenza, e praticamente in ogni riga delle riprese dei due estensori, ma almeno nelle risposte bisogna fare lo sforzo di separare nettamente i due ambiti. Quello che la Chiesa dice AI CREDENTI sulla valutazione delle tendenze e degli atti omosessuali è una cosa, e la Chiesa lo dice sulla base di presupposti su cui si può dialogare solo se prima li si condivide, quello che la Chiesa dice A TUTTI riguardo alle leggi che vengono proposte a proposito di unioni omosessuali è altra cosa, si basa su altri presupposti e si può discutere con tutti, a patto di rispettare la logica e un minimo di rispetto reciproco.
Però se non si distinguono con cura i due piani diventa impossibile sia capirsi tra i due che dialogano, sia la lettura del dialogo per il povero terzo che vorrebbe esserne un lettore!
↧
Di: Luigi
↧